SO2 - Biossido di zolfo. È un gas incolore e irritante delle vie respiratorie generato dalla combustione di combustibili fossili e da eruzioni vulcaniche. È un contaminante primario che in atmosfera può reagire con l’ossigeno, il vapore acqueo e le polveri in sospensione formando diversi tipi di ossidi, acidi e sali. I fenomeni di inquinamento da composti sulfurei sono tipici delle aree antropizzate e derivano dalle attività di combustione di materiali contenenti zolfo come il carbone e gli oli combustibili.
O3 - Ozono. È un gas blu poco intenso, irritante delle mucose, dal caratteristico odore. Si forma prevalentemente nell’alta atmosfera (perché la radiazione solare è più intensa) dove alcune molecole di ossigeno si scindono e si ricombinano con altre molecole di ossigeno formando l’ozono che successivamente degrada (producendo nuovamente ossigeno) chiudendone il ciclo. Si parla di “inquinamento fotochimico” o “smog fotochimico” quando, in presenza di elevate concentrazioni di ossidi di azoto e composti organici volatili, si registra un aumento significativo della concentrazione di ozono nei bassi strati dell’atmosfera durante le giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche stabili e da forte insolazione. Durante queste giornate gli ossidi di azoto e i composti organici volatili subiscono reazioni fotochimiche e inserendosi nel normale ciclo dell’ozono ne favoriscono la produzione.
NOX – Sigla che identifica in modo collettivo tutti gli ossidi di azoto. Tutte le combustioni che utilizzano l’aria come comburente sono sorgenti di ossidi di azoto. In particolari condizioni (valori elevati di concentrazione e radiazione solare) favoriscono la formazione di ozono aumentandone la concentrazione in atmosfera.
NO – Ossido di azoto. È un gas incolore irritante per gli occhi e il tratto respiratorio perché è un forte ossidante. È un contaminante primario che viene prodotto nei processi di combustione per reazione diretta fra ossigeno e azoto presenti in aria. Le combustioni che superano i 1200°C producono prevalentemente NO (in misura ridotta NO2) che successivamente in aria reagisce spontaneamente con l’ossigeno producendo NO2.
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NO2 – Biossido di azoto. È un gas rosso bruno dall’odore soffocante e irritante delle vie polmonari. È un contaminante primario emesso prevalentemente dai motori diesel e in seguito all’ossidazione del NO.
MHC - Idrocarburi metanici ovvero Metano CH4. È un eccellente gas combustibile che reagendo con l’ossigeno produce CO2 e acqua. Viene prodotto naturalmente durante la decomposizione di alcune sostanze organiche in assenza di ossigeno. È un gas serra presente in concentrazioni nettamente inferiori a quelle della CO2 ma con un potenziale di riscaldamento globale nettamente maggiore.
NMHC – Idrocarburi non metanici. Dal punto di vista chimico sono composti organici formati solamente da carbonio e ossigeno eccetto il metano, invece nel DPCM del 28 marzo 1983 (abrogato dal DL 155 del 13 agosto 2010) “per idrocarburi non metanici si intendono tutte le sostanze organiche rivelabili mediante rivelatore a ionizzazione di fiamma (eccetto il metano che viene preventivamente separato dagli altri componenti per mezzo di una colonna gas-cromatografica e misurato separatamente)… la cui concentrazione è proporzionale al numero di atomi di carbonio contenuti nel campione di aria”. Secondo il vecchio decreto questa classe di contaminanti è quindi formata da composti organici volatili (COV) come idrocarburi alifatici, aromatici benzene, toluene, xileni, aldeidi, chetoni etc. La principale sorgente di questi composti nelle aree urbane è il traffico veicolare in quanto derivano prevalentemente dall’evaporazione delle benzine (vani motore e serbatoi), dai gas di scarico (per combustione incompleta dei carburanti) e, in particolari zone industriali, dallo stoccaggio e movimentazione di prodotti petroliferi. Come gli ossidi di azoto, in particolari condizioni, favoriscono la formazione di ozono aumentandone la concentrazione in atmosfera.
THC – idrocarburi totali. Rappresenta la semplice di NMHC e MHC
CO – Monossido di carbonio. È un gas inodore e velenoso prodotto dalla combustione incompleta di combustibili fossili che in aria può reagire con l’ossigeno producendo CO2.
PM10 - Particolato atmosferico. È la parte solida dell’aerosol atmosferico, si distingue fra primario e secondario e la sua composizione chimica è caratteristica della sorgente di emissione e dei processi chimico-fisici che lo hanno trasformato. L’unità di misura di questa matrice è il diametro aerodinamico equivalente, un parametro che tiene conto del suo comportamento idrodinamico in aria (forma e densità media) per stabilire le dimensioni delle particelle. Ad esempio il PM10 è formato dalle particelle di particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 μm. L’aumento della concentrazione di questo contaminante determina la riduzione della visibilità, la diffusione della radiazione solare e quindi la diminuzione della radiazione solare incidente e infine facilita la formazione della nebbia fungendo da nucleo di condensazione. Gli effetti negativi sull’uomo sono l’intasamento delle vie respiratorie e la trasmissione al sangue, che avviene a livello polmonare, di composti nocivi presenti nelle particelle più fini di questa matrice.
PM1 – è un “sottoinsieme” del PM10, formato dalle particelle con diametro aerodinamico inferiore a 1 μm.